Quello degli adolescenti e della depressione, è un tema che genera sempre molte opinioni, ma la sua reale portata è più grande di quanto immaginano le persone. Insieme a Claudia Campisi, Psicologa e HR consultant in azienda, Business & Career Coach, approfondiamo un argomento che sappiamo essere scivoloso e che troppe volte rischia di essere banalizzato o minimizzato. Ecco quanto è importante conoscerlo, soprattutto per aiutare i giovani, i principali soggetti che spesso vivono questa condizione. Buona lettura.

In questo contributo, partendo dall'analisi dei dati e degli ultimi report pubblicati dalle fonti istituzionali e ufficiali, proverò a descrivere lo stato attuale della diffusione della depressione tra gli adolescenti in Italia.

Un fenomeno che merita attenzione ma soprattutto risposte concrete in termini di sensibilizzazione, di strumenti destinati non solo agli addetti ai lavori.

Quest’ultima riflessione invita ad andare oltre ai numeri rilevati, che si basano generalmente su diagnosi certificate. Esiste, infatti, un disagio sommerso che non è accolto e supportato per varie ragioni. La sofferenza rimane sotto soglia e andrebbe intercettata e presa in carico. Una risposta potrebbe essere rappresentata dai programmi di prevenzione attivabili all’interno dell’istituzione scolastica o rivolta presso i servizi territoriali agli adolescenti e ai loro genitori.

I numeri del fenomeno della depressione in adolescenza

I dati estrapolati dal report dell’Ocse che riguardano il nostro paese, sono relativi alla fascia di età che va dai 16 ai 24 anni. Solo nel 2021, più del 24% del target considerato ha riportato sintomi della depressione, quasi 1 ogni 4. 

Altre indagini forniscono output altrettanto allarmanti.

Il Rapporto Unicef offre una fotografia secondo la quale un giovane su tre accusa problemi di malessere psicologico, 1 su 5 ha per l’appunto manifestato problemi di depressione, 1 su 7 convive con una patologia psichiatrica strutturata. Per lo stesso campione preso in riferimento, il dato più allarmante attiene ai suicidi (rappresenterebbe la seconda causa di morte, circa 4 casi su 100.000).

L’analisi divulgata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si esprime con un focus specifico sui disturbi depressivi: nell’1,1% degli adolescenti tra i 10 ed i 14 anni e nel 2,8% degli adolescenti tra i 15 ed i 19 anni. 

Diventa cruciale considerare, inoltre, che l’adolescenza rappresenta la finestra temporale migliore per intervenire, evitando così che il disagio si estenda all’età adulta, determinando la compromissione della salute fisica e mentale del soggetto.

L’OMS invita a valutare con attenzione:

  • l’importanza di sviluppare programmi di promozione e prevenzione della salute mentale;
  • la necessità di effettuare una diagnosi ed un trattamento precoce dei problemi di salute mentale rilevati in età adolescenziale, evitando l’istituzionalizzazione e l’eccessiva medicalizzazione, dando priorità agli approcci non farmacologici.

La diffusione della depressione in adolescenza durante la pandemia da Covid-19

Ci sono più revisioni sistematiche aggiornate sul tema della pandemia da Covid-19 quale attivatore di sofferenza e patologia mentale. Riporto un breve passaggio a cura della dr.ssa Valeria Ciofi, pubblicato sulla rivista scientifica Phenomena Journal, Vol 3, N 1 (Gennaio – Giugno 2021), che sostiene quanto segue:

“Tali evidenze scientifiche sottolineavano che le ricadute della rapida diffusione epidemica andavano ben oltre la morbilità e la mortalità dei contagiati, impattando in modo pervasivo su diverse aree della vita quotidiana della popolazione generale, con inevitabili ricadute sulla salute mentale. A conferma dì ciò, due recenti review hanno riscontrato un effetto costantemente negativo della diffusione del coronavirus sulla salute mentale, con il 16-18% dei partecipanti che mostravano sintomi di ansia e depressione [3]. Altri studi hanno recentemente riscontrato un aumento generale del disagio psichico nei soggetti affetti già in precedenza da una patologia psichiatrica, negli operatori sanitari, così come anche nella popolazione generale [4, 5, 6]. È stata registrata una prevalenza sia di una sintomatologia ansioso-depressiva che di un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress, con una variabilità oscillante dal 7% fino al 53% nei vari campioni oggetto d’indagine [6]. In particolare, è stato evidenziato che le donne [7, 8], i giovani [9] e quelli con una scarsa qualità del sonno [7, 9] siano a maggior rischio di problemi di salute mentale”.

Sulla correlazione tra le limitazioni della pandemia e la sintomatologia depressiva negli adolescenti si esprime anche il Report dell’Ocse ponendo l’accento sulla chiusura degli istituti scolastici che in Italia hanno raggiunto i 300 giorni, a differenza della media europea che si è attestata sui 200 giorni di chiusura totale.

La perdita della quotidianità scolastica è stata vissuta dai ragazzi in maniera personale e con ricadute differenti.

La scuola, del resto, contribuisce attivamente allo sviluppo evolutivo degli adolescenti rispondendo ad almeno 3 bisogni primari:

  1. educativo-normativo: che fa riferimento alle routine rassicuranti, un contenitore capace di contenere con regole e con la condivisione di valori;
  2. emotivo-sociale: che attiene alla possibilità, come all’interno di un laboratorio protetto, di sperimentare relazioni e imparare a regolare emozioni e comportamenti;
  3. formativo ed esperienziale: è un contesto in cui l’apprendimento si sviluppa su più livelli.

Dover rinunciare, seppur temporaneamente, all’incontro con i compagni e gli insegnanti, alle abitudini quotidiane, intese anche come contatto fisico e relazionale, ha destabilizzato sul piano emotivo e di equilibrio psicologico i ragazzi, e non esclusivamente solo quelli più fragili.

Le famiglie si sono scoperte impreparate e sole nella gestione dei propri figli in un momento storico-sociale di generale smarrimento.

Una seduta psicologica online

In questo stesso periodo storico si è fatta strada la telepsicologia o terapia online, quasi a tendere la mano a chi aveva bisogna di un supporto immediato.

Significativi i dati a riguardo veicolati dal provider GuidaPsicologi, che segnala un accesso alla terapia di un sostanzioso 35% appartenente alla fascia d’età 18-24 anni. Nella stessa ricerca, emerge che l’accesso al servizio per rivolgersi a uno psicologo sul web registra una richiesta di supporto del 49,50% specificamente per i disturbi depressivi.

Questi sono dati, comunque, parziali che non hanno tenuto conto di tutto il disagio che non è arrivato ad un servizio territoriale, non è stato accolto da professionisti privati o piattaforme specializzate. Quel “sottosoglia” che non è stato visto, compreso, gestito.

Riconoscere precocemente i principali sintomi della depressione adolescenziale per intervenire

Le caratteristiche del disturbo mentale ed emotivo della depressione adolescenziale non sono del tutto differenti dal punto di vista medico dalla forma di depressione adulta. Tuttavia, i sintomi negli adolescenti possono manifestarsi in modi diversi rispetto agli adulti.

Gli elementi distintivi in materia di sintomatologie possono essere determinati dagli specifici compiti evoluti, sociali e di sviluppo, come la pressione dei pari, il cambiamento dei livelli ormonali e lo sviluppo del corpo, che caratterizzano la fase adolescenziale. 

Quando si fa diagnosi di depressione è opportuno intervenire tempestivamente per evitare che il soggetto vada incontro gradualmente a restrizioni e/o compromissioni personali.

Imparare a riconoscerne i sintomi può essere importante per tutte le figure di riferimento che entrano in contatto con i ragazzi e le ragazze: genitori e familiari, insegnanti, coach e allenatori sportivi e altri adulti significativi.

Secondo l'American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (AACAP), i sintomi della depressione adolescenziale includono:

  • apparire triste, irritabile o in lacrime con sbalzi d'umore
  • cambiamenti nell'appetito o nel peso
  • una diminuzione dell'interesse per le attività una volta considerate piacevoli
  • regolari lamentele di noia
  • una diminuzione di energia
  • difficoltà di concentrazione
  • sentimenti di colpa, inutilità o impotenza
  • abuso di alcol o droghe
  • importanti cambiamenti nelle abitudini del sonno
  • ritiro dagli amici o dalle attività del doposcuola
  • peggioramento del rendimento scolastico

Alcuni di questi sintomi potrebbero non essere sempre indicatori di depressione. 

Tuttavia, mantenere l’attenzione su eventuali cambiamenti di comportamento o dell’umore degli adolescenti, può aiutare a cogliere per tempo segnali preziosi nell’ottica di un intervento tempestivo.

Non esiste un'unica causa nota della depressione adolescenziale, anche se esistono fattori predittivi e situazioni che potenzialmente potrebbero fungere da attivatori del disagio e della patologia.

Di seguito alcuni fattori che potrebbero aumentare il rischio di depressione in questo specifico target d’età:

  • una crisi familiare o un grave lutto
  • avere difficoltà ad adattarsi con il proprio gruppo dei pari
  • vivere all’interno di una famiglia violenta o percepita come tale dall’adolescente
  • essere vittima di bullismo o di altre forme di violenza
  • dover convivere con una malattia cronica o degenerativa

La depressione adolescenziale non è sempre facile da individuare.

Parlarne e sensibilizzare la società contribuisce ad attivare un “radar” efficace nella rilevazione precoce del disagio aumentando le possibilità di intervento immediato.

Diffondere la cultura della sicurezza psicologica e del benessere mentale è un impegno istituzionale ma anche e soprattutto sociale e individuale al quale ognuno di noi può contribuire attivamente.

I numeri ci richiamano a un senso di responsabilità condiviso e alla necessità di risposte su livelli diversi:

  • prevenzione primaria: per aumentare la consapevolezza negli adolescenti e negli adulti di riferimento, non solo caregiver.
  • presa in carico e diagnosi precoce dei disturbi depressivi.
  • cura: integrata che comprenda, pertanto, psicoterapia e farmacologia al bisogno, ma anche supporto nei processi di socializzazione e reinserimento sociale.

Per aiutare gli adolescenti è fondamentale non lasciare da sole le famiglie o chi ne fa le veci in questa fase di sviluppo tanto delicata quanto complessa, ma che rappresenta al contempo la migliore occasione per ritrovare lo slancio sul piano dello sviluppo psicologico in vista dell’età adulta.

Bibliografia:

Cereda L., Telefono Amico: <<Suicidi, le richieste d’aiuto sono raddoppiate>>, Vita.it

Salute mentale: nel mondo più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato, Unicef.it

https://www.healthline.com/health/adolescent-depression

https://www.sipgi.it/scuola/stories/allarmanti-i-dati-sui-tentativi-di-suicidio-cresce-la-richiesta-di-supporto-psicologico-in-italia.html

https://okmamma.it/intervista-a-claudia-campisi/ (il focus sono gli adolescenti e come genitori e istituzioni possono proteggerli dalla fragilità psicologica.

https://www.guidapsicologi.it/pro/psicologos_it/own/osservatorio-psicologia-online2021.pdf

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