A fine novembre sulla nostra pagina Facebook abbiamo postato l'articolo di Casa & Clima in cui si parlava della proposta di attivare un corso di specializzazione post diploma per geometri. E si è acceso un vero e proprio dibattito tra i tecnici.
La categoria che più si sente minacciata dal "Super Geometra" è quella degli ingegneri. E anche degli architetti. Ma gli ingegneri sono i più infervorati. Ma facciamo un passo indietro, prima di addentrarci tra questi rovi e facciamo luce sulla figura del geometra.

Chi è il geometra?

Il geometra è una figura professionale che - a quanto pare - esiste solo in Italia e risale al 1929. Ha competenze tecniche, tra cui la progettazione edile civile e rurale e la direzione dei lavori delle opere edili, le molteplici operazioni topografiche, come la misurazione dei terreni e la stima di beni mobili e immobili. Ma non avendo una titolo accademico (cioè una laurea) non è né architetto né tantomeno ingegnere. E' il geometra.

A primo sguardo, avendo una formazione tecnica, potrebbe sembrare una figura jolly, perché sa fare di tutto un po'. E in effetti un po' lo è.
Ma la cosa strana è che il geometra all'estero non esiste.
Per ora va di moda trasferirsi in Australia o in America. Alcuni miei amici geometri a causa della crisi dell'edilizia in Italia, avevano pensato di fare il colpaccio e trasferirsi oltreoceano. Beh, hanno scoperto che lì di geometri non ce ne sono. Anzi, quando hanno provato a spiegare la loro professione, hanno trovato grande confusione negli interlocutori.
Il cantiere infatti in questi paesi viene gestito dal foreman, il caposquadra che potrebbe assomigliare al nostro capocantiere, ma a quanto pare con il diploma di geometra non si può ricoprire quel ruolo. Anche per quanto riguarda l'utilizzo di strumenti ottici per le varie misurazioni, cosa che in Italia è all'ordine del giorno, il diploma di geometra non è sufficiente, in quanto è richiesta una certificazione da specialista per il loro utilizzo, che si ottiene frequentando dei corsi  di specializzazione. E a proposito di corsi di specializzazione...

Corso post diploma per geometri, la proposta

A fine novembre il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha presentato al Ministro della Pubblica istruzione la proposta del primo corso professionalizzante post diploma per geometri, con valenza universitaria, rivolto unicamente agli studenti del CAT, ovvero ai futuri Geometri del domani. Il corso potrebbe essere attivo già dal 2015.

Perché richiedere un corso professionalizzante post diploma? Uno dei vantaggi è che i giovani geometri potranno buttarsi nel mondo del lavoro a soli 22 anni essendo altamente specializzati. Altro punto a favore è l'allineamento della didattica alle direttive dell’Europa in materia.

La domanda che - forse giustamente - sorge spontanea è: perché non iscriversi ad una triennale di ingegneria o architettura allora? Saresti un ingegnere o architetto junior ma pur sempre una figura che viene riconosciuta anche all'estero.
Il vantaggio starebbe nel fatto che il corso si svolgerebbe nell'istituto in cui si è conseguito il diploma, il che si traduce in un grande risparmio per le famiglie, valorizzando anche anche la territorialità ed evitando lo spostamento degli studenti dalle proprie città. E in effetti non è male come idea. Molti infatti sono quelli che non si possono permettere di trasferirsi altrove, tralasciando così la formazione universitaria e le specializzazioni.

Ma non solo. Altri punti di forza del progetto sono:

  • curriculum bloccato
  • abilitazione diretta alla professione di geometra
  • risoluzione di tutte le attuali lacune della preparazione tecnico-scientifica, causate dal riordino dei cicli della scuola secondaria di secondo grado e della scarsa focalizzazione sulle competenze professionali di lauree triennali e di ITS.

 

Il fatto che il curriculum sarà bloccato significa che le università non potranno presentare un piano di studi alternativi o differenti da quello proposto da CNGeGL: a detta dei promotori della proposta si tratta di una misura severa ma necessaria per tutelare le specificità di questo indirizzo.

... e le polemiche di ingegneri e architetti

 

La proposta di questo corso di specializzazione post diploma per geometri, come dicevo in apertura, non è stata ben accolta (per usare un eufemismo) dai tanti ingegneri e architetti che frequentano la nostra pagina Facebook.

La maggior parte infatti sono scandalizzati dal fatto che il corso post-diploma abbia valenza universitaria. E il ritornello delle lamentele sta nel fatto che già adesso i confini tra competenze da ingegnere e da geometra sono fin troppo sfumate e che solo in Italia esistono tutti questi "conflitti di competenze". 
Un'altra lamentela è il fatto che un ingegnere per guadagnarsi la qualifica di ingegnere ha dovuto studiare almeno 5 anni, pagando tasse e magari trasferendosi in una città per poter frequentare il corso di laurea e non trovano giusto il fatto che l'accesso ad una professionalità tecnica che in un certo senso è ibrida venga a sminuire i sacrifici e le competenze di un ingegnere. E sinceramente io qui non posso dare torto al senso di disappunto.

D'altro canto è vera anche un'altra cosa, la formazione universitaria a volte non fornisce vere competenze, ed è necessario formarsi sul campo.
Una mia amica architetto mi ha spiegato anche che molto spesso l'unica cosa che cambia nel mondo del lavoro edile sono le tariffe professionali: il geometra viene pagato meno. E molti studi professionisti, che sanno benissimo come stanno le cose, assumono l'architetto solo perché o gli serve una professionalità del genere o solo per "far scena". Beh, chiaramente il concetto me l'ha semplificato molto, mi rendo perfettamente conto che per presentare un progetto ci vogliono le firme di ingegneri e architetti e non solo del geometra.

Ad ogni modo, c'era un tempo in cui bastava un geometra per fare tutto (e purtroppo spesso i risultati si vedono e non sono positivi), ma oggi per presentare la pratica di un progetto non è sufficiente la firma dell'architetto, ma di 5-6 figure professionali, cosa che altrove non esiste. Quindi le proposte di queste scuole di specializzazione sono la naturale risposta alla richiesta di specializzazioni richiesta dalla burocrazia. O no?

Uno dei commenti che mi ha colpito di più rifletteva sul fatto che le cose non funzionano perchè non si è fatta mai chiarezza per quanto riguarda le competenze dei tecnici, ma soprattutto non funzionano perché la scuola e l'università non preparano adeguatamente gli studenti al mondo del lavoro. La verità è una: geometri, ingegneri e architetti, una volta terminati gli studi, hanno non poche difficoltà nel gestire la professione perchè non hanno nessuna esperienza. E sinceramente io di ingegneri ne conosco a bizzeffe, con uno ci vivo persino e la maggior parte della professionalità l'ha acquisita sul campo e lavorando.

Quindi, io penso questo (e lo dico da non addetta ai lavori, quindi amici ingegneri e architetti non fucilatemi): se davvero una formazione post-diploma servirà a creare e definire competenze, ben venga. Alla fine quello che molti lamentano sono le lacune dei geometri neo-diplomati. Se si colmano, non siamo tutti più felici? Forse si getterebbero le basi per un lavoro integrato, come dovrebbe essere.

È vero che la situazione non è facile, ma non è né colpa dei geometri né colpa degli ingegneri né degli architetti, ma della confusione di competenze e anche a volte del non saper lavorare come una squadra. E questo perché spesso per risparmiare si creano concorrenze tra professionisti che potrebbero avere ognuno il suo, ma che nella lotta al ribasso si ritrovano tutti su uno stesso osso. E purtroppo ultimamente sono i professionisti con una laurea che si ritrovano a pagarne le spese.

Se l'Italia fosse un Paese coerente, forse queste lotte di "ordini" non esisterebbero...

Questo è il mio punto di vista da non ingegnere, non architetto, non geometra. Ma sono curiosa di sentire tutte le campane!

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