Lo streaming video è in continua evoluzione per tenere il passo con la domanda del pubblico, mentre aumenta la pressione competitiva per l’arrivo di nuovi attori del mercato. 

Ester Corvi, specializzata in marketing strategico ed esperta di streaming video, ci fornisce una visione d’insieme dello stato dell’arte dei grandi player del mercato. Quali sono le strategie che adottano? Quali saranno le grandi sfide che le piattaforme di streaming video dovranno affrontare? Scopriamolo. Buona lettura.

A dare filo da torcere al leader Netflix, che a fine 2022 aveva più di 230 milioni di abbonati in tutto il mondo, ci sono Amazon Prime Video e Disney+, oltre ai big della tecnologia (Apple tv+) e alle piattaforme di grandi studios di Hollywood e dei media (Paramount + e Peacock per fare qualche esempio). 

 

Schermata piattaforme di streaming video

Per potersi affermare in un mercato sempre più affollato, conquistare nuovi clienti e soprattutto non perdere quelli esistenti, non basta puntare al lancio di contenuti innovativi o di grande richiamo, ma serve calibrare attentamente la variabile prezzo, per intercettare fasce più ampie di pubblico. 

Strategie dei player dello streaming video

Quali sono le principali strategie adottate dai player del mercato? 

Oltre alla formula classica con abbonamento mensile, le piattaforme propongono versioni gratuite con l’inserimento di pubblicità (Pluto tv) oppure a un prezzo ridotto rispetto alla formula standard. È  quello che ha fatto Netflix, lanciando in Italia il 3 novembre scorso,  e in contemporanea in altri Paesi, la versione Basic a 5,49 euro al mese. 

Una scelta azzeccata? Le prime evidenze comunicate da Netflix nel gennaio 2023, in occasione della pubblicazione dei risultati dello scorso anno, sembrano incoraggianti, ma occorrerà più tempo e ulteriori verifiche per capire quanto vale la rivoluzione Avod  (Advertising video on demand) e Fast (Free ad-supported television) che sta attirando, come era nelle attese, un grande interesse da parte degli inserzionisti pubblicitari. 

Per dare un’idea delle potenzialità di questo mercato, basti pensare che, secondo le stime degli esperti di Omdia, il segmento Fast, che nel Vecchio continente sta muovendo i primi passi, varrà un miliardo di dollari di entrate pubblicitarie in Europa Occidentale entro il 2025. 

La grande sfida del futuro

Le premesse positive ci sono tutte, mentre gli operatori dello streaming, per mettere in salute i conti, stanno cercando di abbassare i costi, procedendo non solo tagli del personale, ma anche alla riduzione degli investimenti miliardari in contenuti, con una scelta più oculata su cosa produrre, co-produrre o acquisire, senza compromettere l’offerta. 

La ricerca della formula magica qualità/prezzo, a fronte della frammentazione dell’audience e alla realizzazione di contenuti sempre più destinati a precisi target, è la nuova sfida dei grandi player dello streaming, che per sopravvivere sono obbligati a cambiare pelle. La streaming revolution è in atto.

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