Temo sia inevitabile, col passare degli anni, ritornare col pensiero a quando eravamo ragazzi. Cinquant'anni (mezzo secolo) fa ero uno studente universitario, alle prese col corso di Tecnica delle costruzioni, e mi trovavo ad affrontare i miei primi, semplici progetti strutturali. Oggi sembrerà assurdo, ma allora tutti i calcoli si facevano a mano o con uno strano strumento manuale detto regolo calcolatore (Fig. 1). 

Fig. 1. Regolo calcolatore

Pensate che ho avuto la mia prima calcolatrice un paio di anni dopo, come regalo di laurea! Eppure, ci si sentiva in grado di affrontare la progettazione di qualsiasi struttura.

La concezione strutturale come punto di partenza della progettazione

Ormai da parecchio abbiamo a disposizione due armi molto potenti:

  1. Una normativa molto sviluppata, che fornisce indicazioni dettagliate su ciascun aspetto della progettazione;
  2. Computer e programmi di calcolo sempre più potenti, che ormai svolgono in tempi rapidissimi tutte le elaborazioni necessarie per giudicare la resistenza di una struttura antisismica e definire le armature da disporre per rispettare pienamente le indicazioni normative.

Bellissimo ed estremamente comodo, tanto che viene quasi da chiedersi che senso abbia affidare questo compito ad un ingegnere, quando basterebbe un qualsiasi operatore informatico in grado di fornire al programma di calcolo i dati che lui richiede (o anche, come a volte dico, un bambino dell’ultima generazione, che viene ormai allevato a pane e informatica). E quindi sarebbe ugualmente inutile tenere corsi, universitari o di aggiornamento professionale, sulla progettazione strutturale.

Ho la sensazione che questa idea vada diffondendosi, o almeno questa è la sensazione che provo sempre più spesso vedendo tavole progettuali (Fig. 2) o strutture in fase di realizzazione (Fig. 3).

Fig. 2. Tavola progettuale, con pilastri disassati (senza alcuna indicazione di cosa avvenga nel nodo)

Fig. 3. Edificio in costruzione. Si notino i pilastri che sporgono, ma anche la grande quantità di tubi che attraversano la trave

Ma alla base di tutto c’è un banale equivoco:

La normativa, per quanto estesa sia, fornisce indicazioni che riguardano molti casi reali ma non possono prevedere tutti le situazioni possibili.

I programmi di calcolo analizzano un modello, non l’oggetto reale (che è in ogni caso molto più complesso del modello) ed esprimono giudizi puramente formali, relativi al rispetto della normativa ma non al reale comportamento della struttura.

Ci si dimentica che, a monte della normativa e del calcolo, l’aspetto veramente importante è il riuscire ad immaginare in che modo si comporterà l’edificio (che comprende la struttura, ma non solo) durante l’evento sismico, in modo da organizzare tutti gli elementi che lo compongono per ottenere il miglior comportamento possibile. Una corretta concezione della struttura è l’essenza della progettazione strutturale, prima dal punto di vista temporale perché da questa si parte per definire il dettaglio degli elementi ma anche prima nel senso di più importante.

È quindi veramente utile seguire corsi di progettazione strutturale, che devono fornire anche nozioni sui dettagli e sulla normativa ma soprattutto dare indicazioni concrete sul comportamento voluto e sulla concezione strutturale. Continua a seguirci, perché in futuro torneremo a dare ampio spazio a questo tema e potremo proporti ulteriori corsi, come quelli già svolti in passato, capaci di arricchire le tue competenze.

Commenti (1)

    • Giuseppe Marziano
    • 2023-06-01 10:59:30
    Mi piace aver letto dal Prof Ghersi, che la struttura deve anche essere immaginata e non sottoposta a tecnicismi che assomigliano ai burocrati, che spesso dicono “io ho scritto, ho fatto il mio dovere”. Ovviamente per poterla immagine nel suo comportamento sismico occorre una notevole esperienza, è una notevole conoscenza dei materiali delle loro interazioni e via discorrendo. Ma questa idea è quella di base.

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