lavorare in edilizia all'estero Lavoro in DF da qualche mese e quindi ho avuto l'opportunità di non dovermi trasferire per lavoro e restare nella mia adorata città di Palermo, ma negli scorsi anni ho operato da freelance e non ti nascondo che a quei tempi la voglia di trasferirmi all'estero era tanta. Oggi tantissimi professionisti vanno a cercare fortuna fuori Italia e se anche a te piacerebbe lavorare nell'edilizia all'estero, allora continua la lettura di questo post: ho chiesto ad alcuni nostri cari autori di condividerci qualche dritta... non puoi perdertela!

Per trovare nuove opportunità nel settore dell'edilizia potresti guardare ad alcuni mercati esteri, ma non c'è bisogno di andare troppo lontano: ad esempio in Europa ci sono due Paesi su cui scommettere e sono il Regno Unito e la Polonia. Ne ha parlato il Cresme durante un convegno tenuto al Made Expo, che ha offerto una panoramica dei paesi più promettenti. Oltre a quelli che ho già indicato ce ne sono altri, un po' più lontani... e sono Colombia, Malesia, Emirati Arabi Uniti, Perù, Stati Uniti, Australia e Cile.

Lavorare nell'edilizia all'estero: la parola agli autori

Adesso però passo la palla a tre autori DF che in un modo o nell'altro hanno alle spalle esperienze lavorative al di fuori dello stivale. Sono Andrea Piero Merlo, Antonio Ardolino e Mario Catania: a loro un enorme grazie per il contributo e per la disponibilità!

L'ing. Andrea Piero Merlo, che da sempre lavora contestualizzando in Italia l'uso di tecniche e di prodotti sviluppati soprattuto nell'ambito del centro Europa, e autore de "La casa e il tetto in legno" e "Il riscaldamento a legna in bioedilizia", dice a proposito del lavoro in edilizia all'estero che:
...un'altra interessante possibilità è quella di un’esperienza lavorativa all’estero fatta nell’ottica di un rientro in Italia in qualità di “ponte” sotto l'aspetto tecnico o tecnico commerciale in alcuni ambiti specialistici. Particolarmente appetibili sotto tale aspetto sono i settori dell’efficienza energetica e dell’edilizia ecologica che già negli ultimi anni si sono dimostrati due filoni in grado di fornire una valida alternativa alla crisi del settore edile convenzionale.

In tale ottica un periodo di esperienza lavorativa all'estero può essere svolta sia in ambito di studi di progettazione edile (e quindi nel campo applicativo) che in quello della ricerca ovvero nello sviluppo di prodotti specifici. Chi decide di operare in questi settori non deve dimenticare che il contesto italiano è ben diverso da quello delle nazioni europee leader in tali ambito (paesi soprattutto di lingua germanica) sia per le condizioni climatiche nettamente differenti che per cultura del costruire. Un tecnico che decida di lavorare all’estero in tali contesti per poi rientrare in Italia può infatti fornire alle aziende un valido contributo nell’approfondire e nello sviluppare tecniche di applicazione e di promozione dei loro prodotti in un contesto (quello italiano) ben diverso sia per problematiche di carattere climatico che per modo di costruire.

Anche l'ambito commerciale risulta infatti essere particolarmente interessante in quanto la promozione di tali prodotti passa sempre più attraverso un’informazione di carattere tecnico e aziende produttrici o importatrici sempre più si rivolgono a tecnici con esperienza in campo edile per commercializzare i loro prodotti. Essendo i paesi di lingua tedesca leader da sempre in tali ambiti, la conoscenza della lingua tedesca, sebbene non indispensabile, può risultare assai utile come assai utile.
La seconda risposta che ho ricevuto è stata quella di Antonio Ardolino, autore di diversi testi e software tra cui "Interventi locali su edifici in muratura". Eccola qui:
Andare a lavorare all'estero è diventata, ormai, una esigenza sempre più in crescita. Non sembra ci sia interesse per la ricerca dei motivi di questa tendenza e meno che mai per il tentativo di risoluzione, cosa che, invece, lo Stato dovrebbe fare dato che una situazione siffatta non può che rappresentare una sconfitta per la Nazione.

La ricerca sul “dove andare” non è sempre semplice. Si può scegliere di spostarsi solo temporaneamente per aumentare semplicemente le proprie esperienze di lavoro ed avere, così, un curriculum più ampio da sfruttare poi nel ritorno in Italia, oppure si può pensare di cercare di costruirsi una vita del tutto nuova e rimanere, quindi, definitivamente all’estero. In ambedue i casi bisogna trovare anche la capacità di adattamento, in quanto dovunque si scelga di andare ci si dovrà rendere conto che si troveranno culture e abitudini completamente diverse. Non tutti hanno tali capacità di adattamento per cui occorre andare cauti. Inoltre bisogna scontrarsi con una nuova lingua per cui inizialmente sarà davvero dura, anche se oggi imparare una lingua è più semplice visto che è possibile farlo anche attraverso svariati siti internet. Bisogna anche tenere presente che le esigenze in un Paese cambiano nel tempo, per cui non è detto che poi, in seguito, non ci si dovrà comunque spostare ancora se si sbaglia nella scelta.

Se si vuole rimanere nel campo dell’edilizia, la scelta del luogo dove conviene andare si restringe di molto. Direi di eliminare l'Europa (almeno quella Occidentale) in quanto paesi già sviluppati e dove ormai l'Edilizia, almeno per ora, non potrà avere un futuro particolare. Eliminerei anche gli Stati Uniti. Già molti anni fa ho toccato con mano una certa crisi presente nel nostro campo e ancora oggi non sembrano prevedersi sviluppi particolari per cui risulta un rischio sperare di trovare qualcosa. Naturalmente rimane un ottimo luogo dove andare per chi pensa di poter impegnarsi in altri settori che non siano quelli dell’edilizia.

Personalmente ho conosciuto alcuni tecnici che periodicamente vanno in Brasile dove sembra ci siano buone opportunità oltre che ottimi guadagni. Adattarsi al Brasile per brevi periodi non dovrebbe risultare complicato. Anche la lingua può essere appresa con facilità. Altri tecnici che sembrano aver trovato buone opportunità si sono trasferiti a Dubai. Personalmente non amo quelle località e inoltre la lingua può rappresentare davvero un problema, ma sembra che con un buon inglese si possa risolvere. Opportunità per un buon professionista, ma anche per maestranza specializzata, non mancano certamente. Ottimo posto per chi vuole semplicemente una esperienza lavorativa temporanea.

Non ho riscontri con tecnici che ci sono stati, ma probabilmente l'India dovrebbe essere un altro posto dove trovare facili opportunità, vista la politica odierna di rapida distruzione della giungla. Immagini televisive dei luoghi più in fase di sviluppo dell’India, però, non rendono la scelta molto facile. La velocità di sviluppo (o di distruzione della vegetazione) sembra aver comportato uno smog con cui non dovrebbe essere facile convivere. Si parla molto, ultimamente, di altri paesi in via di sviluppo dove potrebbe essere semplice lavorare. Come esempi ci sono Messico e Panama, la cui scelta è difficile vista la lontananza. Molti le preferiscono perché oltre al lavoro si può godere, nel tempo libero, di splendidi posti. Inoltre il costo della vita è relativamente basso. Invece più vicina è certamente la Turchia che forse potrebbe rappresentare una scelta davvero conveniente.

Scelta sicura è Singapore, realtà dove da molto tempo non è difficile trovare lavoro. È, però, una città molto costosa per viverci per cui, almeno inizialmente, si potrebbero avere difficoltà. In ultimo l’Australia rappresenta una buona meta dove, oltre ai campi tipo informatica e commercio, ci si può inserire facilmente in quelli dell’edilizia e ingegneria. Melbourne, Sidney, Perth sono solo alcune delle scelte possibili. Per contro la lontananza è davvero tanta. Una volta scelta questa destinazione probabilmente sarà difficile tornare in futuro. Per chi ha famiglia dovrebbe essere una scelta drastica dove tutti si dovrebbero spostare. Difficile che possa essere una scelta temporanea solo per uno dei componenti familiari. In definitiva i paesi da scegliere per una maggiore soddisfazione professionale risultano certo quelli in via di sviluppo, anche se sono molto più difficili da viverci. Da scartare quelli già sviluppati che non hanno molto da offrire.
Infine il prof. Mario Catania, autore di "Sfondellamento dei solai in laterocemento", ci dà invece questi consigli per lavorare nell'edilizia all'estero:
Nel settore dell'edilizia il personale italiano è molto apprezzato. In particolare gli italiani trovano lavoro nel Sud della Francia. Molti residenti in Liguria nelle zone di confine lavorano nell'edilizia. Lo stesso vale per la Svizzera e per la Germania. Nel passato sia il Nord Africa che il medio oriente sono stati luoghi favorevoli all'attività edilizia di lavoratori italiani. Purtroppo lo stato di insicurezza attuale non favorisce un'attività lavorativa in zone come la Libia, l'Egitto, la Siria ecc. Anche in molti paesi africani vi sarebbe spazio per il lavoro italiano. Alcuni paesi africani a causa delle guerre locali hanno subito ingenti danni al patrimonio edilizio (ne sono un esempio la Somalia, la Libia ecc.) ma attualmente questi paesi sono a rischio. La concorrenza è data principalmente da turchi, pachistani, coreani e cinesi, che si contentano di paghe più basse e si adattano a condizioni di vita "spartane".

Dopo i suggerimenti dei nostri autori, chiedo a te se hai già avuto esperienze all'estero nel campo dell'edilizia oppure se stai iniziando a farci un pensierino... anche se l'Italia è, a mio parere, un paese difficile da lasciare. Non credi?

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