Si sente parlare sempre più spesso di bioarchitettura e bioedilizia ed è facile capire il perché. Gli edifici costruiti con le tecniche tradizionali hanno infatti un forte impatto negativo sull'ambiente e talvolta anche sulla salute dell'uomo, dunque la bioarchitettura rappresenta un considerevole passo in avanti in tal senso perché con essa ci si pone l'obiettivo di "dare forma" e qualità alla bioedilizia, rispondendo appieno alle richieste di sostenibilità e benessere ambientale. Sono tanti i vantaggi e le potenzialità di questa tecnica costruttiva, ma come si identifica un materiale ecologico e sostenibile? Quali sono quelli più comunemente utilizzati?

I vantaggi della bioarchitettura e bioedilizia


Innanzitutto, soffermiamoci sui vantaggi che questo metodo di costruzione degli edifici green offre, che sono principalmente due: la possibilità di utilizzare le nostre risorse (o meglio, quelle che ci offre il nostro pianeta) in modo più efficiente, e di creare case a basso consumo energetico, che non vadano comunque a intaccare le comodità del vivere odierno. La bioedilizia può ridurre del 50% circa la spesa energetica delle famiglie e abbattere l'inquinamento prodotto da riscaldamento, illuminazione e anche climatizzazione, dato il raffrescamento naturale che caratterizza questa tipologia di edifici, possibile grazie all'uso dei materiali che facilitano il passaggio del caldo e del freddo dall'esterno all'interno della casa stessa. È pertanto la tecnica vincente per combattere i ponti termici. Le strutture realizzate in bioedilizia hanno poi una maggiore resistenza sismica e ai forti venti, poiché oscillano ma non crollano e sono saldamente ancorate; resistono anche al fuoco, perché il legno brucia solo nel caso in cui sia sottile e arieggiato. E sì, possono essere anche bellissime da vedere:


architettura sostenibile case in bioedilizia

Alcune linee guida per una corretta progettazione e valutazione dei materiali


Il primo a individuare le linee guida per un corretto approccio progettuale delle abitazioni eco-friendly è stato Anton Schneider, dell'Istituto per la Bioedilizia di Neubeuern (Germania). Prima di ogni cosa è indispensabile verificare che nel terreno dove sorgerà la nuova casa non vi siano fattori geologici negativi, quindi accertarsi che sia lontano da fonti di inquinamento e che non vi siano corsi d'acqua sotterranei, fratture o faglie geologiche. Il geologo dovrà comunque studiare altri fattori tra cui l'esposizione al sole, la direzione dei venti ed eventuali pendenze del suolo. Quello dei materiali ecosostenibili da utilizzare è uno dei temi maggiormente discussi dai professionisti al passo coi tempi, infatti devono esser scelti con determinati criteri, assicurandosi che soddisfino anche diversi parametri. Facendo una ricerca ho appreso che bisogna innanzitutto attenersi a dei criteri puramente ecologici, come:
  • origine naturale del materiale o delle sue componenti;
  • disponibilità in natura;
  • processo di estrazione del materiale;
  • dispendio energetico che comporta la sua lavorazione;
  • radioattività, emissione di gas, tossicità del materiale e l'impatto che ha sull'ambiente.
A livello fisico-chimico il materiale eco va invece valutato secondo:
  • reazione al calore e all'umidità;
  • comportamento statico ed elettromagnetico.
Chiaramente non bisogna dimenticarsi di chi andrà ad abitare in quella casa, assicurandosi dunque che i materiali scelti per la costruzione dell'abitazione eco rispondano alle sue esigenze estetiche e funzionali, ovvero che siano belli da vedere, resistenti e anche facili da pulire.

I materiali sostenibili più comuni


È bene chiarire che la scelta dei materiali ecologici e sostenibili da usare per ogni specifico progetto dovrebbe dipendere dalla provenienza: è assolutamente meglio prediligere quelli di provenienza locale, non solo perché costano di meno ma perché consentono anche di ridurre l'inquinamento dovuto al trasporto e soprattutto perché sono generalmente più adatti al clima del luogo scelto. In bioedilizia si consiglia l'utilizzo di cemento puro, privo di radioattività, come ad esempio quello bianco. Tra i materiali più comuni ci sono poi:
  • legno e laterizi microporizzati con farina di legno, per la struttura degli edifici, come tetti e solai;
  • per l'isolamento delle case, i pannelli in fibra di legno, in sughero e in fibra vegetale, tra cui lino, kenaf e canapa;
  • calce per le finiture superficiali;
  • per pitture, vernici e collanti si usano resine vegetali (dammar, pino…), oli vegetali (lino, tung, soia…), cere vegetali, gomme e colle vegetali (dragonite, gomma arabica…), spiriti e coloranti vegetali (olio di rosmarino, alcol, indaco, reseda…) e sostanze minerali naturali elaborate (gesso, ocra, talco…);
  • per l'impermeabilizzazione, si usa bentonite;
  • per l'isolamento termico e acustico, è ottimo il sughero, i pannelli di fibra di legno, cotone, calce espansa, cellulosa, perlite. In alcuni tipi di case in bioedilizia vengono usate anche balle di paglia pressate.
Tra quelli più usati, ne dimentico qualcuno?
Come già saprai, sono queste le nuove tecniche dell'architettura e dell'edilizia, che consentono già oggi ai professionisti di progettare nuove strutture che adottino i criteri della sostenibilità e che dunque rispettino l'ambiente, che riducano al minimo gli sprechi, che siano particolarmente durevoli nel tempo e che possano soddisfare appieno i bisogni e i desideri di chi andrà ad abitarci. Le userai o preferisci le tecniche tradizionali?

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