- Daniele
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Il settore delle rinnovabili attende febbrilmente la prossima pubblicazione del quinto Conto Energia, anche se difficilmente ci saranno novità di rilievo. L'unica cosa certa sarà la riduzione degli incentivi: il nuovo provvedimento sostituirà infatti l’attuale quarto Conto Energia, che prevede un aggiornamento in caso di regime di incentivazioni eccessive.
E oggi a Roma prendono il via gli "Stati Generali delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica", un incontro organizzato da Ises Italia e Kyoto Club tra le associazioni dei settori rinnovabili ed efficienza energetica coi responsabili dei ministeri dello Sviluppo economico, dell'Ambiente e delle Politiche agricole.
Come afferma il ministro dell'Ambiente Corrado Clini in un comunicato stampa, «Non c’è alcuna sorpresa in arrivo per il settore del fotovoltaico. La revisione del Conto Energia è prevista dal decreto del 2011 e, come è noto, deve portare a una riduzione degli incentivi, tenendo conto dei prezzi attuali dei moduli fotovoltaici e dell’esigenza di non superare il limite stabilito di 7 miliardi l’anno». Il ministro ha inoltre dichiarato che «gli incentivi dovranno riguardare gli impianti di piccole dimensioni per l’autoconsumo domestico e industriale, favorendo l’integrazione del solare con l’efficienza energetica e sostenendo l’innovazione tecnologica».
C'è però molta incertezza sull'argomento e non sono mancate, negli ultimi giorni, accese polemiche. Come pubblicato da Edilportale, nonostante le rassicurazioni del ministro restano vive le preoccupazioni degli operatori delle rinnovabili. Questi ultimi sono preoccupati sia per un possibile Conto Energia con un regime di incentivi insostenibile per l’industria fotovoltaica italiana, sia per la bozza del nuovo decreto sugli incentivi alle rinnovabili elettriche e all’efficienza energetica, che fissa a 5,5 miliardi di euro all'anno il costo indicativo complessivo per tutti gli incentivi degli impianti a fonti rinnovabili, esclusi quelli fotovoltaici. Il decreto prevede, inoltre, che si possa accedere agli incentivi solo iscrivendosi ad appositi registri che stabiliscano i limiti di potenza in cui occorre rientrare. Il GSE indirà aste pubbliche al ribasso per definire i livelli di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili.
In sostanza gli operatori temono, da un lato, un'eccessiva complessità burocratica delle nuove procedure, invece della prospettata semplificazione, dall'altro una diminuzione ingiustificata degli incentivi, con possibili ripercussioni negative sull'economia e l'occupazione.
Intanto il presidente dell'Enel, Paolo Andrea Colombo, ha manifestato forti preoccupazioni per quanto riguarda la produzione di energia da centrali tradizionali, sia per l'incremento della quota di energia prodotta da rinnovabili, sia per i consumi, che negli ultimi anni sono sempre stati in calo o, al più, stabili: «Lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio». Decisamente critica la replica del vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini: «è in corso una campagna mediatica che punta a fermare le energie pulite, mettendo in luce solo l'impatto in bolletta di questa crescita e non gli enormi vantaggi per il Paese».
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